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Il progetto

Insegnare ad argomentare e a dibattere
È possibile imparare/insegnare a discutere argomentando? 
E se è possibile, perchè insegnarlo?
E come insegnarlo?

Di regola si discute 1. per cercare di convincere gli altri che la nostra posizione è giusta/preferibile e 2. per dimostrare che la loro posizione è sbagliata/sconveniente. 

Allestire nella scuola una palestra dove ci si alleni a discutere e a criticare in modo cooperativo, introdurvi il dibattito non solo come metodo d’insegnamento, ma come disciplina sarebbe cosa buona, sana e giusta. L’attività di formazione per una “Palestra di Botta e Risposta” si propone due obiettivi di portata generale e due specifici.

  1. Sviluppare una serie di capacità comunicative logiche e retoriche. Fornire le regole minimali per strutturare logicamente il discorso, seguendo un filo e nel rispetto di alcune regole empiriche (quelle che, per esperienza e di fatto, sappiamo rendono la discussione un po’ più proficua, mentre la rendono più problematica se non le rispettiamo) e teoriche (come le massime conversazionali).
  2. Preparare ad una partecipazione effettiva ai processi di una società democratica, fatta di persone consapevoli e libere, coscienti e autonome, persone in grado di pensare con la propria testa, capaci di sottoporre a collaudo queste loro elaborazioni, capaci di difenderle, capaci di valutare le elaborazioni degli altri. 
  3. Addestrare ad elaborare rapidamente risposte critiche e controproposte. Incentivare le attitudini utili e le conoscenze necessarie a promuovere le capacità di argomentare e di discutere. 
  4. Rendere più avvertiti nei confronti dei nostri e degli altrui modi di ragionare errati, per sapersi salvaguardare dai ragionamenti viziati che inquinano le nostre discussioni, adempiendo ad una funzione molto “ecologica”, poiché aiuta a sopravvivere in un mondo pervaso di discorsi avvelenati.           

Questo programma di formazione può utilmente seguire una sequenza di sei passi.

  1. Un atto tipicamente ed esclusivamente umano: discutere.
  2. Due modalità di prova: dimostrazione argomentazione.
  3. Tre forme di ragionamento (induzione, deduzione, ragionamento analogico) e tre criteri di valutazione (verità, validità, pertinenza).
  4. Quattro regole d’oro, valide anche quando si discute: quantità, qualità, relazione, modo.
  5. Cinque tipi di fallacie (formali, linguistiche, di pertinenza per omissione, di pertinenza per intrusione, di consistenza) e cinque tipi di dibattito (polemica, trattativa, confronto, indagine, colloquio).
  6. Sei modi di replicare (ignorare, accettare, accettare in parte, chiedere ragioni o prove, rifiutare, attaccare).
  7. E il settimo giorno anche il Signore si riposò. Ma noi non possiamo riposarci e dobbiamo restare sempre all’erta perché il mondo è pieno di insidie e di ragionamenti ingannevoli da cui stare in guardia, per “vivere tra gli inganni non ingannati”.

Lo spirito della Palestra di Botta e risposta è bene enunciato nella “Promessa solenne del disputator cortese”, il giuramento esclusivo di cui si è dotata e che i giovani disputanti sottoscrivono e pronunciano prima dei loro incontri di dibattito regolamentato, che così recita:

Consapevole

– che su ogni cosa possono esistere punti di vista diversi

– che verità e giustizia scaturiscono dal confronto civile e dal dibattito leale

– che di norma non esiste una ragione che si contrappone ad un torto, ma diverse ragioni contrapposte

– che è sempre preferibile discutere anche senza deliberare che deliberare senza discutere

Prometto

– di impegnarmi a ricercare gli argomenti migliori a favore della mia posizione

– di valutare, nel contempo, le obiezioni ragionevoli della controparte

– di replicarvi in modo fermo e pacato, individuandone i punti deboli e riconoscendone, almeno in cuor mio, i punti di forza che richiedono risposta,

– al fine di addivenire ad una migliore comprensione delle cose e degli altri.

– Farò del mio meglio per convincere e nel contempo per convivere.

© Palestra di Botta e risposta. Associazione per una Cultura e la Promozione del Dibattito – ACPD

Possiamo ben considerare il dibattito come uno sport, uno sport di racchetta, com’ è il ping-pong o di arte marziale, com’è l’aikido.

“Palestra di botta e risposta” si configura come una vera e propria gara sportiva. Dopo un percorso di formazione rivolto agli insegnanti allenatori e agli studenti, ciascun incontro del torneo coinvolge due squadre di norma composte ciascuna da sette studenti e una questione sulla quale le squadre devono prepararsi, pro contro, per poi confrontarsi. Diversi incontri eliminatori, e una fase di semifinale a eliminazione diretta, formano e selezionano, infine, le due squadre finaliste che gareggiano per il “titolo” di Magnifica Squadra Disputante dell’anno.

Il dibattito si svolge secondo il protocollo “Patavina Libertas”  denominazione ispirata al motto dell’Ateneo patavino  –   costituito da sette fasi di scambi dialogici + una fase di Riconoscimento.

Prologo

presentazione del problema e della sua rilevanza, enunciazione della posizione assunta, definizione dei termini chiave e anticipazione delle argomentazioni che la squadra svilupperà nel corsodel dibattito. Durata 2 minuti.

Prima argomentazione

presentazione delle prove (ragioni, cause, motivi; dati ed esempi) a sostegno della propria posizione. Durata 3 minuti.

Seconda argomentazione

presentazione di ulteriori argomentazioni a sostegno della propria posizione. Durata 3 minuti.

Dialogo socratico

segue entrambe le argomentazioni ed è finalizzato ad approfondire la posizione dell’interlocutore, ad impegnarlo a fare concessioni utili alla propria posizione, a farlo cadere in contraddizione, ponendo domande “alla Socrate”. Durata 3 minuti.

Pausa

10 minuti destinati a preparare le repliche alle argomentazioni, selezionando le obiezioni che si ritengono più forti e a predisporre la difesa dalle obiezioni (possibili o già avanzate) avverse.

Replica

presentazione delle repliche rivolte alla posizione sostenuta dagli avversari. Finalizzata a individuare e contestare eventuali vizi, fallacie, contraddizioni, premesse non dimostrate, conclusioni non conseguenti, interpretazioni discutibili; definizioni alternative, conseguenze indesiderate… con particolare attenzione a verità delle premesse, rilevanza e pertinenza dell’argomento, completezza dei dati.

Difesa (collettiva)

si risponde alle obiezioni avanzate dalla controparte e si giustificano i propri argomenti, cercando di ripristinarne validità e consistenza contestate. Durata 2 minuti.

Epilogo

si ricapitolano i punti salienti del dibattito e si mostra che la propria posizione è preferibile a quella avversa. Conclusione logica e chiusura retorica. Durata 2 minuti.

Riconoscimento

una sorta di dichiarazione congiunta, non soggetta a valutazione. Uno dei relatori riconosce le ragioni che muovevano a sostenere la posizione degli interlocutori e gli elementi di verità e di qualità che ritiene che l’altra squadra abbia messo in campo. Non si tratta di abbandonare la propria linea, né di sminuire quanto fatto, ma di esprimere con onestà intellettuale gli elementi di forza messi in campo dagli altri. 

La valutazione del dibattito è affidata a tre giudici i quali valutano la quantità, la qualità, la pertinenza degli argomenti prodotti, la capacità di replicare nonché di esporre e comunicare verbalmente e non verbalmente.

Il verdetto riguarda la capacità di argomentare e contro-argomentare, non il merito della tesi: viene cioè decretata vincitrice non la posizione, ma la squadra che meglio l’ha sostenuta in base ai criteri sopra indicati.

Per la sua struttura e finalità, la valutazione commentata e motivata a fine dibattito risulta parte integrante e fondamentale della formazione alla pratica argomentativa.

Criteri di aggiudicazione

Il progetto di base è diversamente articolato in funzione dei destinatari.

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