XVI TORNEO REGIONALE 2021/22 di Palestra di Botta e Risposta
XVI TORNEO REGIONALE 2021/22 di Palestra di Botta e Risposta
Le Civette del Collo del Liceo Da Collo di Conegliano, Gli Amici di Maria dei Licei Maria Ausiliatrice di Padova, La Navicella dell’ingegno del Liceo Pigafetta di Vicenza, Dibattiamo, non combattiamo dell’ITET Martini di Castelfranco Veneto, i Little Einstein dell’ISS Einstein di Piove di Sacco,I Bimbi di Ippolito del Liceo Nievo di Padova, i Relativisti tolleranti dell’IISS di Schio, si sono confrontati in un torneo all’italiana.
Dopo una formazione invernale/primaverile in classe, hanno sostenuto 4 dibattiti ciascuno, “tutti contro/insieme tutti”, per un totale di 14 incontri di qualificazione, svolti a partire dal 6 maggio 2022 sui seguenti temi:
I videogiochi sono da riconoscere come disciplina olimpica?
“Male non fare, paura non avere”: non hai fatto nulla di male non hai nulla da temere dal riconoscimento facciale come sistema di sicurezza pubblica.
L’Occidente che ha positivizzato i diritti umani ha il diritto di prescriverli alle altre nazioni?
Il XVI Torneo si conclude domenica 29 maggio, alle ore 10.30, con il dibattito finale tra Le Civette del Collo del Liceo Da Collo di Conegliano e i Little Einstein dell’ISS Einstein di Piove di Sacco sulla questione:
L’Occidente che ha positivizzato i diritti umani ha il diritto di prescriverli alle altre nazioni?
Come recita la Promessa solenne del Disputator Cortese di Palestra di Botta e Risposta, faranno del loro meglio capire e far capire all’uditorio perché vi siano ragioni a favore e contro e quali siano le ragioni preferibili.
Cercheranno e troveranno una “dichiarazione congiunta” di fine vertice, nello spirito che caratterizza e distingue questo protocollo di formazione al dibattito argomentato e regolamentato, espresso dalla fase conclusiva del dibattito non soggetta a valutazione da parte dei giudici, il Riconoscimento.
RICONOSCIMENTO
Il riconoscimento: la fase più importante del dibattito
“Faremo del nostro meglio per convincere e nel contempo per convivere”
(Dal © Giuramento del Disputator Cortese di Palestra di Botta e Risposta)
Immaginiamo, alla John Lennon:
«L’interpellato replica brillantemente, con dati, ragioni, fonti pertinenti. Con la platea applaude lo stesso antagonista che gli ha rivolto l’obiezione. Inconcepibile in un dibattito “normale”: come se in uno stadio i laziali applaudissero un gol di contropiede della Roma.»
Questo è quanto si chiede ad un magnifico disputante di Palestra di Botta e Risposta.
Il dibattito nel formato Palestra di Botta e Risposta non si chiude semplicemente con l’epilogo. Il momento conclusivo di questo protocollo è la fase specifica detta di “Riconoscimento” – una sorta di “dichiarazione congiunta” – non soggetta a valutazione, nello spirito della competizione in un quadro cooperativo.
Perché la comprensione, nella sua doppia accezione cognitiva ed etica, di intelligenza e giustificazione, è uno dei fattori principali della coesistenza.
La posta in gioco di una discussione in fin dei conti ha a che fare con la felicità dei partecipanti. La ricerca cioè di una disputa pienamente soddisfacente condotta non per vincere né per sovrastare l’altro, ma fondamentalmente per conoscersi e riconoscersi e capire qualcosa in più del mondo: una “disputa felice”, secondo la definizione di Bruno Mastroianni.
La fase di riconoscimento si muove in una prospettiva che sa andare oltre le semplici categorie del dissenso/accordo e che arriva all’accettazione della differenza di idee dell’altro.
È una fase “fuori gara” cioè non sottoposta al giudizio della giuria, perché ha bisogno di libertà e di distacco rispetto alla competizione. In questa fase ciascuna squadra riconosce, esplicitandole, le migliori argomentazioni degli altri capaci di incrinare e mettere alla prova le proprie. Allo stesso tempo esplicita quali siano stati i punti su cui migliorare nelle proprie argomentazioni emersi grazie al confronto proficuo con gli avversari.
È un momento che dà soddisfazione alle squadre, ma che serve soprattutto per il pubblico: mostra come il dibattito sia servito da vero collaudo umano e intellettuale per aiutare ciascuno a mettere a fuoco meglio le proprie posizioni e deliberazioni sul tema.
In questo “terzo tempo” ciascuna squadra indicherà
- i punti di forza della controparte
- l’argomento che l’ha maggiormente messa in difficoltà
- e soprattutto l’istanza che ha ispirato le tesi della squadra avversa, il primo anello a cui è legata la catena di ragionamenti della controparte, dimostrando di avere ascoltato e di avere tenuto conto delle ragioni degli altri, che non sempre sostengono posizioni diverse od opposte non perché “ignoranti” o “con interessi nascosti da difendere”, ma solo perché il loro punto di partenza (valore prioritario, principio, prospettiva) è diverso.