
“Pathei mathos”: emozioni e pensiero critico nella sfida tra Firenze e Udine, finale del V Torneo Interuniversitario
Sabato 10 maggio 2025 si è tenuta a Padova, nell’Aula Magna di Palazzo Maldura, la Finale del quinto Torneo Interuniversitario di “Palestra di Botta e Risposta”. A sfidarsi, l’Università degli Studi di Firenze e quella di Udine, su un tema tanto classico quanto attuale:
“Pathei mathos: soffrendo si impara?”
I fiorentini hanno difeso la tesi pro, sostenendo che la sofferenza segna profondamente l’individuo e produce un cambiamento interiore che porta sempre a una forma di apprendimento, collegando pathos e mathos dalle radici greche alla psicanalisi contemporanea.
Gli udinesi hanno invece argomentato la tesi contro, sottolineando come la sofferenza passiva sia spesso paralizzante e non favorisca la crescita, se non quando è elaborata consapevolmente. L’esempio dell’abbandono di pratiche punitive nel sistema scolastico e giudiziario ha rafforzato questa posizione: non è il dolore che insegna, ma il modo in cui si supera.
A chiudere il confronto, le due epiloganti premiate come oratrici del giorno. Ecco i loro interventi conclusivi:
Sara Baldoni (Università di Firenze)
“Dalla sofferenza non impariamo solo a chiuderci ma a riconoscerci. Ed è lì, in quel silenzio di un vetro infranto, che scopriamo la nostra forza più vera: non quella di alzare muri, ma quella che trasforma le crepe in spiragli di luce. E in quella luce qualcosa cambia: non siamo più solo fragili, siamo vivi. E lì, tra le linee spezzate della nostra fragilità, impariamo a riconoscerci, e a sentirci, per la prima volta, profondamente umani.”
Alice Ronco (Università di Udine) – migliore oratrice del torneo
“Soffrire spesso non ha un senso. Spesso il dolore è solo un sordo boato paralizzante che ci chiude al mondo, che ci isola dalle nostre paure. Spesso il dolore non è che l’illusione di un domani migliore, la vana speranza che esista una sorta di fondo dove poggiare i piedi, flettere le ginocchia, spingerci e tornare a galla. Mentiamo a noi stessi, perché quel fondo spesso non c’è.” Un invito non al pessimismo, ma a cercare nella vita l’insegnamento, il senso, non nell’inferno della sofferenza ma “in tutto ciò che quell’inferno non è. Perché in fondo, forse, la sofferenza non è un’esperienza educativa, ma solo un’esperienza umana.”
Al termine dell’incontro, la giuria ha premiato come squadra vincitrice l’Università degli Studi di Udine, che si è distinta per la solidità dell’argomentazione e la capacità di mettere in luce i punti deboli della tesi avversaria. Complimenti a: Angela Urban, Alice Ronco, Nicholas Pighin, Giulia Gerussi, Sama Tahmasebi, Emna Boujmil, Erika Narduzzi.
Un plauso anche al percorso delle ragazze e dei ragazzi giunti da Firenze: Sara Baldoni, Jacopo Abissoni, Marta Lungone, Sara Cassini, Alberto Musso, Filippo Cavaliere.
Ci auguriamo di accompagnare, passo dopo passo, la nostra società verso un futuro nel quale sia sempre più facile l’ascolto dell’altro e la capacità di comunicare in maniera positiva, che porta ad un arricchimento reciproco e a stringere rapporti umani di qualità.
Gianluca Pedron, Presidente Associazione DiCo. Dibatto e Comunico
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